Caratteristiche faccette

Solo in tempi relativamente recenti la ricerca ha conferito alle porcellane dentali le caratteristiche   per riuscire ad imitare realisticamente le proprietà dei denti naturali in quanto ad assorbimento, riflessione e trasmissione della luce. 
La fluorescenza nei denti è la proprietà ottica della dentina   di riemettere a frequenza più bassa le radiazioni ricevute, in particolare di assorbire luce ultravioletta ed emetterla visibile. Restauri estetici dentali in porcellana o resina datati o comunque scadenti sono facilmente identificabili da un pubblico normale in situazioni in cui la luce è prevalentemente costituita da radiazioni di onde corte, nella banda del blu viola o addirittura, come nelle discoteche o sotto le lampade abbronzanti, sotto onde nella banda dell’ultravioletto. Porcellane e resine non fluorescenti come quelle sofisticate moderne sono praticamente invisibili alla luce ultravioletta (detta anche luce nera) sicché in discoteca può capitare di vedere persone sorridere senza uno o più denti perché mentre i denti naturali quasi brillano i denti artificiali in materiale non fluorescente sono invisibili.


La fluorescenza è uno dei due processi radiativi luminescenti insieme alla fosforescenza. con cui non va confusa. La distinzione tra i due processi può essere fatta  in base al tempo di vita della radiazione: nella fluorescenza la luminescenza cessa quasi subito dopo aver eliminato la radiazione eccitante, mentre nella fosforescenza la radiazione continua ad essere emessa, almeno per un breve lasso di tempo, anche dopo aver eliminato la sorgente eccitante, come nei quadranti degli orologi per la visione notturna di ore e lancette.
L'opalescenza  nei denti è il gioco di colori e di luce  dovuto ad effetti di interferenza ed alla diffrazione della luce da parte dei cristalli di idrossapatite che costituiscono lo smalto. È una proprietà ottica che si apprezza nei margini incisali dei denti giovani, in cui lo smalto non si è ancora usurato, e può essere riprodotta nelle porcellane dentali moderne altamente estetiche senza rinunciare a riprodurre questo effetto naturale di tonalità riflesse.


La translucenza è quell’effetto ottico che produce aspetti variegati tra la trasparenza completa (quella del vetro) all’opacità completa (quella dell’avorio). Le embricazioni ed estroflessioni della dentina fluorescente all’interno delle traslucenze ed opalescenze smaltee danno splendore alla bellezza di forme dei denti.
Le faccette in ceramica, le corone integrali in ceramica e gli intarsi in ceramica ben studiati, lavorati ed applicati riproducono perfettamente tutti questi aspetti fondamentali per la naturalezza dei manufatti.

La tessitura superficiale nelle faccette in ceramica

Quanto illustrato nella sezione precedente trova complemento negli effetti dimensionali di bassorilievo e altorilievo che, incorporati nelle faccette, riproducono la superficie degli elementi dentari naturali. La luce non viene riflessa dalla superficie dentale come da una superficie liscia e piana, ma attraverso gli effetti determinati da componenti orizzontali (sono le strie di Retzius, linee di accrescimento dello smalto) e verticali (sono i lobi di sviluppo che ne segmentano la superficie), secondo tessiture variamente rappresentate. Esse con l’età, per via della erosione graduale dello smalto tendono a rarefarsi e ridursi, contribuendo a rendere i denti più opachi e scuri.


Il problema dell'erosione naturale dello smalto è più vivace nell'epoca moderna per via dell'elevata acidità delle bevande e rende i denti, come abbiamo detto, più opachi e grigi, ma anche più deboli per via della riduzione dell'armatura smaltea. La ricostituzione dello smalto eroso con lo spessore delle faccette ceramiche oltre a ridonare lo splendore estetico contribuisce al rinforzo complessivo della struttura dentale.

Dimensioni e forme dentali con le faccette in ceramica

Le dimensioni dentali relative nelle faccette

È difficile definire una regola per le dimensioni ideali dei denti in rapporto alle caratteristiche facciali: esistono infatti molte variabili individuali e genetiche.

Si è tentato di applicare il teorema di Piero della Francesca, matematico ed artista del Rinascimento, della Sezione Aurea, detta anche proporzione aurea. Anche se in natura talora si riscontra, la sua applicazione rigida nella costruzione di dimensioni dentali relative produce troppo spesso una dimensione apparente, quella che si coglie osservando il sorriso frontalmente, non soddisfacente.

Esistono dei criteri statistici di proporzioni medie che possono un po’ aiutare in una fase iniziale di studio il dentista cosmetico.

Un altro criterio è la correlazione con la statura dell’individuo e con l’altezza e la larghezza del viso.

Fatta in base anche a questi criteri precedenti una valutazione preliminare, il dentista estetico e l’odontotecnico ceramista dentale saranno ben attenti alla distorsione percettiva che può essere indotta dal rapporto tra larghezza e lunghezza dei denti e la loro minore o maggiore luminosità. La scorciatoia intuitiva del dentista estetico con molta esperienza porterà spesso per fortuna ad una definizione più veloce che il compromesso vagliato tra tutte queste ed altre regole accademiche da conoscere ma da non seguire pedissequamente e che per brevità non riportiamo qui.

 

Le forme dentali nelle faccette

L’analisi delle possibili forme si effettua principalmente sugli incisivi centrali. Di seguito con pari importanza sugli incisivi laterali e sui canini. Le forme dei denti premolari e molari saranno consequenziali.

In linea generale le forme fondamentali degli incisivi centrali sono tre: quadrata, ovale od ovaloide, triangolare.

Gli incisivi laterali ne presentano diverse varietà combinate: sono i denti di forma e dimensione più variabile e quelli che conviene più spesso riconformare con faccette o vetroresine dirette alla fine di un trattamento ortodontico estetico.

I canini sono particolarmente difficili perché presentano nell’uomo, a differenza degli animali, un’anatomia di transizione tra gli incisivi e i premolari e in base a questo criterio sono molto connotanti psicologicamente: la loro forma andrà valutata molto attentamente.

Disposizione spaziale delle faccette

L'asse dentale nelle faccette

L’asse dentale in un bel sorriso non è identico per incisivi, canini e premolari. Esso tende a inclinarsi gradualmente di pochi gradi dai denti centrali a quelli vieppiù laterali nella direzione che va dal margine incisale all’apice radicolare contribuendo a creare un movimento di fuga architettonica dal centro ai lati, analogamente a quanto già visto per lo zenith gengivale. In taluni visi e conformemente a caratteristiche d'età e psicologiche questa regola può trovare delle eccezioni.

 

Il livello dei punti di contatto interdentali nelle faccette

Sebbene le diverse posizioni e morfologie dentali possano condizionare livello ed estensione dei contatti interdentali, è molto gradevole vederli situati gradualmente più alti procedendo da quello tra gli incisivi centrali verso quelli vieppiù laterali.