Cementazione delle faccette

La prova prima della cementazione

Anche se un’équipe sperimentata nei trattamenti del sorriso con faccette estetiche, avendo seguito l’iter suddescritto, dovrebbe non avere alcuna sorpresa a questo punto, è utile un momento di prova. È questa una fase che comporta sempre una certa emozione. Le delicate ceramiche vanno apposte sui denti e per nessuna ragione il paziente deve chiudere completamente la bocca né agitare la testa. Grazie ad uno specchio o ad una telecamera potrà valutare egli stesso se il risultato corrisponde a quanto studiato virtualmente e col mock-up.

A seconda della tipologia della ceramica può essere strategico o meno valutare l’uso di cementi resinosi di diverso colore o a grado più o meno alto di trasparenza. Esistono a tal scopo gelatine acquose per la simulazione della cementazione. Comunque sia piccole variazioni di forma e di colore delle faccette sono ancora concesse durante questa supervisione congiunta del paziente, del dentista estetico e del ceramista dentale. Nella maggior parte dei casi non ci sono problemi ad eseguire subito le procedure di cementazione.

La cementazione o incollaggio delle faccette in ceramica

Ricordiamo che l’adesione delle faccette allo smalto dentale è soprattutto chimica. Non si usano pertanto cementi grippanti ma cementi cosiddetti adesivi. Tutte le cure di isolamento del campo e di preparazione delle superfici saranno ripagate da un’adesione eccezionale. Per questa ragione durante la procedura d'incollaggio delle faccette lo Studio viene allestito con meticolosità perfino superiore al solito ed il personale dev'essere altamente addestrato alla manipolazione dei materiali necessari.


L’anestesia è raramente necessaria ed è eventualmente praticata solo se il paziente percepisce disagio per l’azione dello spray e dei getti d’aria compressa usati per lavare ed asciugare. Mentre il dentista provvede a lavare e pulire la superficie del dente e a condizionarne la superficie con gel lievemente acidi l’assistente, qualora non sia stato fatto precedentemente in laboratorio, sottopone il lato interno della faccetta all’azione dell’acido fluoridrico per due minuti al fine di microporotizzarne la superficie: in questi micropori l’adesivo potrà così penetrare ed aggrapparsi. Inoltre, per mediare chimicamente la ceramica col cemento resinoso viene applicato uno strato di silano. Grazie a questa procedura l’adesione sarà chimica, ma anche micromeccanica per via dei pedicelli di resina che penetrano nelle porosità dello smalto condizionato da acido ortofosforico e della ceramica condizionata da acido fluoridrico.
A tal punto le superfici sono pronte per ricevere il sottile film di resina fluida che viene apposto dall’operatore e sul dente e sulla faccetta. Questa viene alfine delicatamente pressata sul dente e con gesto accorto viene rimosso lo strato eccedente di resina, il più delle volte dopo una veloce prepolimerizzazione con luce alogena. Queste resine infatti polimerizzano, ovvero transitano dalla fase viscosa a quella solida, grazie all’energia di una fonte luminosa di lunghezza d’onda adeguata ad attivare i fotochinoni in esse contenuti. Faccetta dopo faccetta il dentista estetico controlla che il posizionamento sia sempre adeguato, compensando eventuali variazioni micrometriche di posizionamento rispetto alle prove con cartine abrasive a grana sottilissima e lucidante. Tale accortezza è indispensabile che sia eseguita ad ogni successiva cementazione per evitare che le variazioni micrometriche si sommino e rendano ad un certo punto impossibile cementare adeguatamente le ultime faccette.

Mani ferme, vista eccezionale e nervi saldi sono indispensabili: talora per cementare con sicurezza dieci faccette ci è occorsa qualche ora, considerando delle indispensabili piccole pause e la rifinitura. Se il lavoro fosse stato progettato e messo in opera con accuratezza non dovrebbero essere necessarie molte correzioni per il nuovo combaciamento coi denti dell’arcata opposta. In ogni caso sarà bene far rilassare prima il paziente.


Dopo una seduta lunga, in questa procedura così come in occasione di chirurgia complessa, eseguiamo una fisioterapia speciale stomatognatica e gnatologica per ridare equilibrio a muscolatura ed articolazioni. Quindi, eseguite le prove occlusali, il paziente può alzarsi dalla poltrona. Il colore si stabilizzerà definitivamente dopo almeno due giorni, necessari per la reidratazione dei denti e l’assorbimento d’acqua dei materiali resinosi e per questo motivo sarà opportuno evitare per 48 ore bevande e cibi colorati intensamente così come traumi masticatori esagerati. Quest’ultima precauzione per via della lieve alterazione percettiva che le faccette possono provocare con l’allentamento dei riflessi d’evitamento pressorio come quello masseterino. Dopo per l’appunto due o tre giorni il dentista eseguirà i suoi controlli finali.

La finitura dopo la cementazione

Dopo almeno due giorni dalla cementazione delle faccette molte cose si compiono.
La reidratazione della struttura dentale originaria, l’adattamento percettivo visivo e tattile-pressorio, l’assorbimento d’acqua delle resine di incollaggio sono a buon punto ed anche l’ occhio del dentista cosmetico è riposato: si può rivalutare tutta l’opera .
Dopo tutta la preparazione che ha preceduto la cementazione sono ben poche le cose da fare sulle ceramiche: forse un minimo arrotondamento di uno spigolo giudicato ancora un po’ duro, un impercettibile ma ora sensibile per il paziente ritocco sulla lunghezza di un margine.

In realtà giudichiamo importantissima questa seduta per poter discriminare al microscopio lievissimi eventuali eccessi della resina di cementazione, altrimenti difficili da individuare perché ovviamente di colore mimetico. Se presenti potrebbero determinare irritazioni gengivali fino a modifiche delle parabole sui margini gengivali delle faccette. In caso di faccette tre quarti e di restauri ad intarsio sui denti posteriori saranno inoltre verificati i contatti occlusali.
Una lucidatura aggiuntiva ove necessario completerà la seduta.

Manutenzione delle faccette in ceramica

La manutenzione domiciliare è in tutto e per tutto uguale alle pratiche comuni di igiene dei denti naturali. Forse anche più semplice perché le faccette di porcellana non si pigmentano e si fratturano o graffiano più difficilmente dello smalto naturale. Quella professionale verrà cadenzata dal professionista.

Il dentista estetico e il suo staff di igieniste sorveglieranno con sistemi ottici d’ingrandimento l’integrità delle faccette e il sigillo periferico d’adesione al dente. In caso questo fosse anche minimamente infiltrato sarà possibile ricostituirlo con un semplice e veloce intervento salvaguardando al 100 % il restauro ceramico.

La percentuale di danneggiamento delle faccette nel tempo si è via via abbassata nel tempo per via del miglioramento dei materiali e delle procedure. Oggi possiamo tranquillamente affermare che dieci anni possono essere garantiti per tutti, ma che questo termine è ampiamente superato dai fatti, purché venga scrupolosamente seguito un programma di manutenzione.

Durata e costi delle faccette in ceramica

Costo e durata sono correlati.
Il costo iniziale è un investimento in bellezza e salute che si realizza più o meno vantaggiosamente solo col trascorrere del tempo di permanenza del restauro.
Ma poiché siamo in argomento estetico c’è una correlazione anche con la qualità estetica del sorriso realizzato. È bene offrire questi due punti in riflessione a chi desidera un bel sorriso ed esplora l’economia dei costi iniziali.

La forbice è molto ampia e il costo iniziale varia secondo i media che li riportano da 400 € a 1.500 € a faccetta. A seconda delle circostanze e delle difficoltà dei casi potrebbero essere apparentemente entrambi giustificabili. Ma, come detto prima, sarà la qualità artistica e la durata nel tempo a stabilire la convenienza reale.

Per quanto riguarda la durata questa, esplorata tra gli studi clinici seri e non sulle pubblicità, varia anch’essa. Fattori di variazione sembrano essere legati ad alcune variabili di studio, come il campione di pazienti preso in esame, le metodiche di preparazione, i materiali adesivi piuttosto che alle tipologie di ceramica. Il termine temporale di riferimento più usato sono i dieci anni e la percentuale di fallimento totale o parziale è riferita molto bassa: ogni cento a dieci anni si hanno 3 o 4 microframmentazioni e ancor più raramente dei distacchi.

Non sono rari i casi durati più di 15 anni. Alcuni produttori vantano risultati strabilianti come le Lumineers by Cerinate che sembrano (ma esiste un solo studio del 2004) durare oltre i ventanni. Si può ammettere che all’attuale stato dell’arte, col miglioramento delle procedure di fabbricazione e adesione, la durata minima di dieci anni come minimo è ampiamente prevedibile e dovrebbe rientrare, a nostro modestissimo parere, nella garanzia del professionista.