Ricordiamo che l’adesione delle faccette allo smalto dentale è soprattutto chimica. Non si usano pertanto cementi grippanti ma cementi cosiddetti adesivi. Tutte le cure di isolamento del campo e di preparazione delle superfici saranno ripagate da un’adesione eccezionale. Per questa ragione durante la procedura d'incollaggio delle faccette lo Studio viene allestito con meticolosità perfino superiore al solito ed il personale dev'essere altamente addestrato alla manipolazione dei materiali necessari.
L’anestesia è raramente necessaria ed è eventualmente praticata solo se il paziente percepisce disagio per l’azione dello spray e dei getti d’aria compressa usati per lavare ed asciugare. Mentre il dentista provvede a lavare e pulire la superficie del dente e a condizionarne la superficie con gel lievemente acidi l’assistente, qualora non sia stato fatto precedentemente in laboratorio, sottopone il lato interno della faccetta all’azione dell’acido fluoridrico per due minuti al fine di microporotizzarne la superficie: in questi micropori l’adesivo potrà così penetrare ed aggrapparsi. Inoltre, per mediare chimicamente la ceramica col cemento resinoso viene applicato uno strato di silano. Grazie a questa procedura l’adesione sarà chimica, ma anche micromeccanica per via dei pedicelli di resina che penetrano nelle porosità dello smalto condizionato da acido ortofosforico e della ceramica condizionata da acido fluoridrico.
A tal punto le superfici sono pronte per ricevere il sottile film di resina fluida che viene apposto dall’operatore e sul dente e sulla faccetta. Questa viene alfine delicatamente pressata sul dente e con gesto accorto viene rimosso lo strato eccedente di resina, il più delle volte dopo una veloce prepolimerizzazione con luce alogena. Queste resine infatti polimerizzano, ovvero transitano dalla fase viscosa a quella solida, grazie all’energia di una fonte luminosa di lunghezza d’onda adeguata ad attivare i fotochinoni in esse contenuti. Faccetta dopo faccetta il dentista estetico controlla che il posizionamento sia sempre adeguato, compensando eventuali variazioni micrometriche di posizionamento rispetto alle prove con cartine abrasive a grana sottilissima e lucidante. Tale accortezza è indispensabile che sia eseguita ad ogni successiva cementazione per evitare che le variazioni micrometriche si sommino e rendano ad un certo punto impossibile cementare adeguatamente le ultime faccette.
Mani ferme, vista eccezionale e nervi saldi sono indispensabili: talora per cementare con sicurezza dieci faccette ci è occorsa qualche ora, considerando delle indispensabili piccole pause e la rifinitura. Se il lavoro fosse stato progettato e messo in opera con accuratezza non dovrebbero essere necessarie molte correzioni per il nuovo combaciamento coi denti dell’arcata opposta. In ogni caso sarà bene far rilassare prima il paziente.
Dopo una seduta lunga, in questa procedura così come in occasione di chirurgia complessa, eseguiamo una fisioterapia speciale stomatognatica e gnatologica per ridare equilibrio a muscolatura ed articolazioni. Quindi, eseguite le prove occlusali, il paziente può alzarsi dalla poltrona. Il colore si stabilizzerà definitivamente dopo almeno due giorni, necessari per la reidratazione dei denti e l’assorbimento d’acqua dei materiali resinosi e per questo motivo sarà opportuno evitare per 48 ore bevande e cibi colorati intensamente così come traumi masticatori esagerati. Quest’ultima precauzione per via della lieve alterazione percettiva che le faccette possono provocare con l’allentamento dei riflessi d’evitamento pressorio come quello masseterino. Dopo per l’appunto due o tre giorni il dentista eseguirà i suoi controlli finali.