Preparazione,improntascansione

È possibile non limare i denti per le faccette? Cosa sono le faccette additive?

Sì, in alcuni casi è possibile non toccare minimamente i denti per rivestirli con le faccette!  Attenzione: per tutti gli altri casi la preparazione dei denti che saranno rivestiti con faccette in ceramica sarà senz’altro  più conservativa rispetto alle preparazioni per corone ceramiche integrali .
Le faccette dentali  hanno sempre uno spessore esiguo  e per questo sono  spesso paragonate alle sottili lenti a contatto o alle unghie finte.
Come accennavamo la possibilità di creare faccette con spessore di pochi decimi di millimetri rende spesso possibile ricoprire  denti senza preparazione iniziale, ovvero senza limarne la superficie dentale. In tal caso le faccette vengono chiamate additive, perché vengono semplicemente progettate, costruite ed aggiunte. Questa particolare procedura però non è sempre possibile né conveniente.
Nelle pubblicità ingannevole viene insistentemente enfatizzata la procedura additiva, come se questa fosse privilegio esclusivo di un marchio o di una tecnica particolare.  In realtà un dentista estetico esperto può sempre e comunque procedere in questo modo con produzioni   di laboratori ceramici o con Cad Cam chairside direttamente nel proprio Studio. Ma non si può prescindere mai, in nessun caso, dalle obbligatorie considerazioni fondamentali di diagnosi iniziale e di procedura.

Le faccette additive sono possibili solo in caso di denti già sufficientemente allineati e non troppo sporgenti né come forma complessiva d’arcata né singolarmente. Inoltre, lo spessore ultrasottile è possibile solo in caso di denti non fortemente dicromici. Altrimenti è indispensabile invece un sapiente disegno di preparazione, che varierà secondo la forma e la disposizione dei denti, la situazione clinica gnatologica   e la distribuzione delle sollecitazioni che avverranno nel complesso dente-restauro.  

Sicuramente, in ogni caso, il risparmio di tessuto duro del dente rispetto alle preparazioni tradizionali per corone complete (le cosiddette capsule dentali) è sempre notevole. La tenuta degli odierni cementi adesivi utilizzati per i restauri di questo tipo è talmente considerevole che si può prescindere dai parametri geometrici e meccanici indispensabili per i cementi grippanti usati con le corone tradizionali, che rendevano le preparazioni dentali più mutilanti. E comunque anni fa anche le preparazioni per le faccette erano standardizzate, con sottrazione di uno spessore medio di poco inferiore ad 1mm di smalto, al fine di facilitare l’inserzione e la collocazione finale della faccetta sul dente. La preparazione dentale per le faccette eseguita dal dentista cosmetico accorto ed aggiornato è quindi nulla o minimale rispetto alla salute del dente, ma è anche minimale rispetto al risultato finale da raggiungere.

Non ha più senso, per i motivi sovra esposti, una limatura geometrica standard afinalistica dei denti ma, all’opposto, è il risultato finale, prefissato dalle tecniche di previsualizzazione mediante mock-up e approvato dal paziente, a definire quanto e in che zone del dente, quantunque minimamente, debba essere asportato uno spessore di smalto perché la faccetta possa essere apposta conformando idealmente il “nuovo” dente. Inoltre, verranno realizzate eventualmente delle modeste estensioni di preparazione solo nelle zone e nelle situazioni in cui la ricerca ne ha dimostrato la convenienza in rapporto alla resistenza e alla durata. Per esempio, lì dove preesistevano dei restauri in resina composita per otturazioni di cavità cariose o ricostruzione di porzioni fratturate della corona, ma anche nelle zone ad alto carico masticatorio.
L’anestesia quando si preparano i denti per delle faccette può essere opportuna, ma non sempre necessaria. Infatti, nelle preparazioni limitate allo smalto non v’è alcun problema essendo lo smalto insensibile, ma comunque un leggero fastidio può essere provocato da esposizioni radicolari preesistenti o dall’inserzione di fili per discostare la gengiva dai colletti. L’anestesia sarà sempre locale e in generale più modesta di quelle praticate consuetamente dai dentisti.
Il tempo necessario è variabile da pochi minuti a due o tre ore in considerazione di vari fattori, tra cui la postura prolungata a bocca aperta del paziente ma, anche, l’affaticamento visivo del dentista estetico, che lavorerà la maggior parte del tempo sotto ingrandimento, nelle fasi più particolari addirittura microscopico. La preparazione sarà conclusa dopo un meticoloso esame di tutte le superfici dentali interessate, per essere sicuri della corrispondenza assoluta al risultato prefissato.

L'impronta per le faccette in ceramica

Le superfici e i volumi dei denti con le loro eventuali preparazioni precise e i tessuti gengivali di contorno devono adesso essere rilevati e trasmessi al laboratorio per poter produrre le delicate e sofisticate faccette in porcellana.
La precisione di questo rilevamento è un fattore chiave per avere successo.
Esistono due procedure per il rilievo dei dati: l’impronta con materiali elastomeri e il rilievo dei dati con tecnologia digitale.



Impronta con materiali elastomeri

I materiali da impronta  sono posti tramite un tray o cucchiaio direttamente nel cavo orale e grazie allo stato fluido iniziale riescono a scorrere  sulle superfici dentali abbracciandole completamente. In pochi minuti inizia la polimerizzazione che li conduce ad uno stato gommoelastico che ne permette sia il disinserimento dalla bocca sia la conservazione fedele dei dettagli registrati. I materiali indicati per le impronte dettagliate che richiedono le faccette sono i polivinilsilossani o siliconi per addizione e i polieteri. L’impronta non è mai dolorosa ma può essere fastidiosa per l’ingombro del cavo orale. È per questa ragione, ma anche per altri vantaggi relativi a precisione e velocità di laboratorio, che si preferisce usare cucchiai individualizzati che permettono un dosaggio contenuto del materiale da impronta e un minore o nullo rischio di impegnare il palato molle.

 

Impronta rilevata con tecnologia digitale

In informatica e ingegneria meccanica, l'espressione CAD/CAM si riferisce all'impiego congiunto e integrato di sistemi software per la progettazione assistita da computer (Computer-Aided Design, CAD) e fabbricazione assistita dal computer (Computer-Aided Manufacturing, CAM). L'uso di sistemi integrati di CAD/CAM rende più semplice il trasferimento di informazioni dalla prima alla seconda fase del processo. Il CAD/CAM dentale utilizza dei software dedicati che analizzano i denti preparati per restauri dentali come un modello geometrico tridimensionale negativo e generano le istruzioni per una macchina utensile a controllo numerico computerizzato (CNC) atte a produrre un manufatto avente la forma specificata nel modello in positivo. Il rilievo digitale può essere compiuto direttamente nel cavo orale con fotocamere come nel sistema Cerec adottato nel nostro Studio Fedi ed in questo caso sostituisce l’impronta. Oppure, con altra procedura, può essere compiuto sul modello in gesso derivato da una precedente impronta e in questo caso sostituisce fasi di laboratorio. Con le tecnologie CAD/CAM le faccette vengono ricavate dalla fresatura robotizzata di blocchetti di ceramica di un colore base, che poi possono essere rifinite ulteriormente per un risultato più estetico.


Durante le procedure di rilievo dei dati per il laboratorio l’impronta non riguarda solo l’arcata dentale in cui verranno eseguiti i restauri. Deve essere rilevata anche l’arcata dentaria antagonista (con una procedura più semplice e veloce) ed un morso di costruzione, di regola, nel caso delle faccette, in occlusione abituale. Ciò permette al laboratorio di trasferire i modelli di gesso in un articolatore e costruire delle faccette non solo estetiche ma anche validamente funzionali.